La musica è un linguaggio universale che va oltre le parole, che connette le persone e che ci permette di esprimerci senza limiti.
Suonare la chitarra è un’esperienza meravigliosa
Se hai già dato una sbirciata alla pagina che racconta un po’ di me, saprai già come è nata la mia passione per la musica e la chitarra. Oltre ad aver letto della profonda frustrazione che ho provato ad un certo punto del mio percorso chitarristico.
In realtà, imparare a suonare la chitarra è un viaggio in cui si progredisce per step, e ognuno di questi step presenta difficoltà. Anzi, il passaggio da uno step al successivo è il momento peggiore, quello in cui spesso molti chitarristi perdono gli stimoli e abbandonano lo strumento.
E anche se il mio momento di crisi maggiore è arrivato quando già avevo raggiunto un buon livello, le fasi precedenti le ho comunque vissute tutte, per cui so e ricordo molto bene cosa si prova e cosa si desidera in ognuna di queste.
All’inizio è tutto entusiasmante e problematico allo stesso tempo.
Già le prime sfide possono essere fonte di scoraggiamento: come scegliere la prima chitarra, quale tipo di corde utilizzare?
E una volta superate queste prime difficoltà arrivano quelle sul cambio accordi, la teoria di base e le dita che fanno male.
Poi arriva il momento in cui la voglia di crescita musicale è dirompente. Ma ci si ritrova bloccati in una fase senza progressi che sembra interminabile e che è fonte di profonda frustrazione.
E questo accade quando si è già raggiunto un discreto livello e si coltiva il desiderio di suonare in una band e di esibirsi dal vivo. Ma ci sentiamo insicuri, impreparati e abbiamo la sensazione di suonare sempre le stesse cose.
Se riusciamo a sbloccarci, ci si apre un mondo, e la ricerca dell’eccellenza e dell’unicità musicale diventa la nostra priorità.
È qui che subentra il desiderio di perfezionare la tecnica e migliorare il nostro suono.
È a questo punto che, più di ogni altra cosa, cerchiamo la via per espandere la nostra creatività, la nostra espressività e trovare il nostro stile personale.
Solo dopo molto tempo ho capito come organizzare e affrontare lo studio per rendere i progressi lineari e non a scalini.
Solo dopo molto tempo ho capito come rendere divertenti e stimolanti le nuove sfide, come ricavare spunti estremamente creativi anche dagli aspetti più aridi della didattica.
Credo fermamente che tutti possano trovare la via per essere creativi, a qualunque livello. Essere creativi è un’attitudine che la didattica ha il dovere di stimolare, sin dall’inizio del percorso di ogni chitarrista.
Ma ci vuole anche un cambio di mindset: la nostra musica deve andare al di là dell’autocompiacimento o del puro virtuosismo narcisistico.
La nostra musica è un mezzo per comunicare, per suscitare emozioni in chi ci ascolta.
Per questo è fondamentale trovare l’equilibrio perfetto, dove la tecnica diventa un’arma potente per dare vita alla creatività e far risuonare la musica con intensità, espressività e profondità.
Il bello di questo viaggio è cercare e modellare la propria identità musicale. Non ha senso essere una copia di qualcun altro: sarebbe solo un’imitazione sbiadita.
Per questo ti invito ad essere curioso. Esplora nuovi territori musicali, lascia che una pluralità di influenze scateni la molla della tua creatività.
Con un bagaglio musicale variegato, potrai mettere tutto il tuo percorso di studio al servizio della tua musica, spingendoti verso orizzonti inaspettati e sonorità uniche.
Infine, ricorda che copiare senza trarre spunto creativo è limitante.
Questo non vuol dire ignorare il lavoro degli altri musicisti. Studia e analizza, lascia che la loro musica ti ispiri e diventi il miglior pretesto per dar vita al tuo linguaggio chitarristico.
Ogni chitarrista che ammiriamo, a suo tempo, è passato attraverso le nostre stesse difficoltà e le stesse frustrazioni.
Non si tratta di essere perfetti, ma di trovare la nostra voce, unica e autentica.
